SOSTENIBILITA’

La MARCOM IMPORT EXPORT ha, da diverso tempo, implementato nella propria organizzazione le seguenti pratiche:

  • tutti i nostri imballi sono di cartone riciclato e sono chiusi con nastro di carta con adesivo ad acqua e non più con nastro un PVC o altri materiali sintetici;
  • il film adoperato per fasciare i pallets è in PLA (acido polilattico), una bioplastica di derivazione totalmente naturale biodegradabile e compostabile;
  • le nostre stampanti 3D sono alimentate con una resina in MATER-BI, anch’esso biodegradabile e compostabile e non più in ABS;
  • abbiamo montato un campo fotovoltaico da 220 KW che ci permette di diminuire la nostra dipendenza da fornitori di energia Energia aggiuntiva che comunque ci serve, viene prodotta da rinnovabili;
  • abbiamo già da tempo adottato sistemi di illuminazione a led;
  • la nostra materia prima è composta per un 20% da rottame riciclato ed il nostro fornitore ha da poco iniziato a introdurre l’Idrogeno(H) verde nelle lavorazioni;
  • grazie a infissi a bassa trasmittanza e al tetto costruito con pannelli coibentanti, la nostra sede ha ottenuto un’ottima efficienza energetica: A3;
  • abbiamo eliminato completamente qualsiasi imballo in plastica;
  • adoperiamo solo carta riciclata

Materia Prima

La materia prima delle nostre lamine è l’acciaio, un materiale che conosciamo sin dai tempi della preistoria ed è composto al 100% da minerale. Non contiene quantità rilevanti di metalli pesanti, che come sappiamo sono dannosi alla salute animale.

Date le sue caratteristiche di estrema longevità può essere riconvertito e riadoperato innumerevoli volte. Durante le successive fusioni non perde le sue caratteristiche fisiche e può essere rimesso in circolo infinite volte; è in sostanza il materiale più riciclato al Mondo e si stima che attualmente più del 50% della materia lavorata proviene da materia di recupero. Questo rende l’acciaio estremamente efficiente da un punto di vista dell’economia circolare.

La percentuale dei manufatti in acciaio che vengono riqualificati si attesta su valori superiori al 90%. (fonte: BIR – Bureau of International Recycling – World Steel Recycling data 2020).

Parimenti l’Italia si mette in evidenza con un comportamento virtuoso. Abbiamo delle piattaforme molto ben organizzate e normate per la raccolta e la trasformazione.

L’80% dell’industria siderurgica italiana adopera tecnologie di lavorazione che prevedono l’uso di moderni forni ad arco elettrico, che garantiscono rispetto ai vecchi forni meno rumore (45dB), riduzione consistente delle polveri, riduzione del 50% del fabbisogno d’acqua e di oltre il 50% del fabbisogno di energia, con conseguente limitazione delle emissioni di CO2 I forni ad arco elettrico usano tipicamente materiale da recupero sollecitando così la raccolta. A tal proposito cito il recente report di RICREA-CONAI (consorzio nazionale riciclo e recupero imballaggi in acciaio) che misura in 390.000 tonnellate la quantità di imballaggi in acciaio avviata al riciclo in Italia, quantità sufficiente per realizzare circa 3.900 km di binari ferroviari.

Per maggiori info rimando al seguente link: https://www.consorzioricrea.org/2022/05/20/riciclo-da-record-in-italia-dal-2000- recuperate-75-milioni-di-tonnellate-di-imballaggi-in-acciaio-per-un-valore-di-1- miliardo-di-euro

Il rottame di ferro è così importante che viene considerato un materia prime ed esiste un mercato specifico a livello mondiale che quota con indici seguiti dalla comunità siderurgica in modo attento tanto quanto gli indici delle altre materie prime Contemporaneamente l’industria siderurgica europea è molto attiva nella ricerca di sistemi per la riduzione delle emissioni di sostanze climalteranti attraverso alcune azioni.

Una è la cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica generata al momento stesso dell’emissione in atmosfera.

Un’altra e la ricerca della sostituzione del carbone con qualche altro agente riducente come l’idrogeno. L’idrogeno, come sappiamo può essere prodotto con energia rinnovabile semplicemente dall’acqua attraverso un processo di elettrolisi

che separa la molecola H dalla molecola O. Molto interessanti (specie per il nostro settore), sono vari studi tra cui il progetto BLUAIR del gruppo IREN che ipotizza l’uso di polimeri plastici non più riciclabili destinati alla discarica o al termovalorizzatore in sostituzione del carbone.